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La paura di Montalbano

Autor Andrea Camilleri

Editorial OSCAR MONDADORI

La paura di Montalbano
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España peninsular
  • Editorial OSCAR MONDADORI
  • ISBN13 9788804506942
  • ISBN10 8804506946
  • Tipo LIBRO
  • Páginas 321
  • Año de Edición 2002
  • Idioma Italiano
  • Encuadernación Tela

La paura di Montalbano

Autor Andrea Camilleri

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Detalles del libro

ll commissario Montalbano - è stato detto più volte - è un personaggio che cresce, che si modifica di avventura in avventura. E diventa, a seconda dei casi, più saggio o più ribelle, più duro o più sensibile al dolore del mondo. Come capita a ognuno di noi quando i fatti della vita ci cambiano, perché non scivolano addosso ma entrano dentro. E' assolutamente normale, quindi, che Montalbano possa aver paura. La paura, anzi, è reazione addirittura prevedibile per un eroe che ha costruito la sua simpatia sulla normalità, sulla normalità più assoluta, fatta dell'istinto che spesso prevale sulla ragione, della meteoropatia che, se una mattina gli provoca "umore nivuro", all'ora di pranzo è pronta a sciogliersi nella "concentrazione da bramino indù" con cui il commissario affronta un piatto di triglie fritte. E' proprio questa normalità che rende Montalbano un personaggio così amato dai lettori, soprattutto quando s'incarna nelle azzuffatine con Livia, nelle uscite dai gangheri con Catarella. E a proposito di Catarella, si può affermare che, più di una volta, nei tre racconti lunghi, quasi tre rapidi romanzi, che costituiscono questo libro, il buffo poliziotto avanza sulla via di un'irresistibile ascesa, tanto che Montalbano arriva a sognarselo e a condividere con lui i quattro segreti di un caso assai allarmante. I fan del telefonista del commissariato di Vigatà, i cultori delle sue lievi anomalie lessicali sono avvisati. C'è un legame, però, una speciale tonalità che unisce e tende la scrittura di tutte queste storie, oltre al cemento a presa sempre più rapida e sicura costituito dall'incondibile stile del commissario e dagli ormai imprescindibili tratti del suo mondo; è una certa trattenuta commozione che vibra sotto pelle lungo questi racconti e i loro personaqggi, mettendo spesso i brividi a noi che leggiamo. La figura del maresciallo Verruso, formale, pignolo, apparentemente una specie di antimontalbano, eppure grandioso nella dignità con cui custodisce un suo tremendo segreto, o l'immagine della signora Giulia Dalbono che, in una sorta di assurdo paradosso, non riesce più ad aprire gli occhi dopo un incidente che invece avrebbe dovuto spalancarglieli per sempre, non si dimenticano. Come non si dimenticano gli sguardi selvatici della picciotta Grazia Giangrasso di "Ferito a morte" e le due vecchie signore di "Meglio lo scuro" nelle quali Montalbano si imbatte indagando su un fatto inquietante avvenuto cinquant'anni prima. Perché forse il delitto nato dall'offesa ripetuta, dalla dignità umiliata, dal rancore cresciuto nel tempo è più frequente, nell'intera epopea di Montalbano, che non il gesto violento provocato dall'impulso cieco, dalla rabbia di un attimo. Come se anche nel delitto i personaggi di Camilleri rimuginassero un' ossessione, un rovello antico, come se il gesto criminale che pretende di recidere un groviglio altro non sia che la forma estrema di un tormento che riguarda tutti.