Sciascia è stato senza dubbio uno degli scrittori simbolo della cultura italiana degli anni Settanta. L'autore siciliano, con il Mare colore del vino, ci fornisce una raccolta di storie composte tra il 1959 e il 1972. Nel complesso, il volume è un ritorno alle origini e si avvicina alla prima fase artistica dell’autore, periodo in cui riuscì ad esprimere maggiormente il suo talento narrativo e la sua creatività, dando vita ad opere celebri quali "Il giorno della civetta", del 1961. Abbandonando la letteratura impegnata, con Il mare colore del vino, Sciascia diverte e delizia il lettore, parlando della sua terra, la Sicilia. Il romanzo si sviluppa su tredici racconti, in cui possiamo riconoscere il carattere dei siciliani, tra amori, passioni, matrimoni, lotte quotidiane, pettegolezzi, figli, tradimenti, politica e religione. 
Tra le vicende narrate vediamo un ‘allegra famiglia che torna in Sicilia in treno coinvolgendo nel dialogo un ingegnere del nord, un gruppo di poveri che offre i propri risparmi per inseguire il sogno americano e l’ episodio che vede un giovane avvocato scoprire per caso, su una rivista femminile, la confessione anonima di una donna del suo paese che ammette di aver tradito il marito.
Lo stesso autore considera questo volume una sorta di sommario della propria attività in cui, tra il primo e l'ultimo racconto, si stabilisce una circolarità che, chiudendosi su sé stessa, completa, impreziosendole, le storie che riunisce, fornendo al lettore una panoramica sulle molte sfaccettature narrative dello scrittore siciliano. Il mare colore del vino, pur trattando alcuni luoghi comuni della sicilianità, non sfocia mai nel banale e nel superficiale, ma, grazie alla maestria di Leonardo Sciascia, intrattiene il lettore offrendogli nel contempo uno strumento per decifrare la propria identità e la realtà del suo tempo.