In mezzo alle montagne c'è il lago d'Orta. In mezzo al lago c'è l'isola di San Giulio. Sull'isola c'è la villa del barone Lamberto, un signore molto vecchio, molto ricco, sempre malato. Le sue malattie sono ventiquattro, e solo il fedele maggiordomo Anselmo è in grado di ricordarsele tutte.
Fin qui tutto normale, o quasi. Il mistero comincia quando veniamo a sapere che sei persone sono pagate molto lautamente dal barone Lamberto per ripetere giorno e notte, ininterrottamente, il suo nome. Cosa si nasconde dietro questo singolare rituale? Ma ecco che intanto piombano sull'isola il perfido nipote Ottavio e una gang di banditi decisi a rapire il barone e a chiedere un riscatto enorme.
"C'era due volte il barone Lamberto" è uno dei libri più felici di Gianni Rodari. Congegnate come dei meccanismi di precisione, le sue storie non offrono soltanto un divertimento serrato, una girandola di situazioni e personaggi esilaranti, ma anche un modo di leggere e interpretare il mondo, spesso grottesco, in cui viviamo.